IL PAESAGGIO

Bruno Morato dipinge en plein air Padova e i colli Euganei, Venezia e le marine circostanti, i tanti borghi e le città visitate, italiane e straniere. Il suo sguardo indugia solo pochi attimi sulla natura, il motif degli Impressionisti francesi, variabile a ogni istante – una nuvola oscura il sole, il vento muove un riflesso nell’acqua – e occorre disegnare e pennellare con rapidità il soggetto. L’artista ha dunque un’impostazione meditativa nel genere della figura e della natura morta e un approccio più spontaneo nel paesaggio. Tuttavia, negli ultimi anni questa dicotomia va stemperandosi e lo si scopre proprio nelle molte e variopinte vedute della sua città: Prato della Valle, Via Carlo Cassan, Via Daniele Manin. Dove raffigura la vita quotidiana in tratti di piazze e vie profondamente scorciati e, da ultimo, animati con figure che si spostano leggere e snelle. Ora la luce è quasi sempre quella limpida e tersa delle giornate di pieno sole mattutino, che non dissolve più ogni contorno, come accadeva quando studiava gli Impressionisti francesi, ma delinea compiutamente i piani, le architetture e il movimento delle persone. Cosicché anche nel genere del paesaggio, nel motif di Bruno Morato, il disegno va riacquistando la sua innata misura e forza.

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