LA FIGURA
Bruno Morato dipinge con passione la figura umana. Fin da giovane si dedica al ritratto, anche solo schizzato a matita, e nel tempo lo perfeziona e lo colora indagando con sensibilità il carattere e le fisionomie dei volti. Nel 1977 frequenta l’Accademia d’Arti Applicate, con sede a Padova, e più tardi la Scuola Libera del Nudo all’Accademia di Venezia. È consapevole che, nella formazione di un artista, come insegnava Ingres nella prima metà dell’Ottocento in Francia, sono fondamentali lo studio di anatomia artistica e la più rigorosa precisione nell’osservazione del vero. Così il suo sguardo si sofferma con cura e dedizione sul corpo delle giovani modelle e ne compone le forme in modo armonico e puntuale, sempre marcate da un segno nitido, a carboncino, a pastello, a pennello, e sfumate nelle ombre con accorta gradualità. Bruno Morato sceglie le donne: quelle della sua vita, la moglie Carla e la figlia Lucia, muse ispiratrici di immagini di bellezza e di amore condiviso; quelle incontrate nel tempo e nella storia, Ipazia e Salomè, effigi e simboli di emancipazione e intensa sensualità. Tra il 1981 e il 1997 l’artista partecipa al Gruppo Pittori Neofigurativi Padovani Pietro Annigoni.
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